Assisi

Il centro di Assisi si è  arricchito di numerosi monumenti, tra i quali sono visibili imponenti cisterne, resti dell’anfiteatro e del teatro, le terme, una maestosa fontana pubblica. Tra gli edifici privati spicca per importanza una ricca domus scoperta sotto la chiesa di S. Maria Maggiore, detta casa di Properzio. La raffinata decorazione pittorica e alcuni epigrammi hanno suggerito l’ipotesi della proprietà, riconducibile al poeta latino. Un’altra importante domus è emersa sotto Palazzo Giampè.

Tempio di Minerva e Foro

Assisi - Tempio Minerva

Il cosidetto Tempio della Minerva, conservato in tutto il suo alzato, costituisce uno degli esempi più integri e leggibili dell’architettura sacra romana. Fu edificato su uno dei terrazzamenti che costituivano l’antica città ed in particolare sulla terrazza centrale che si affacciava sul piazzale sottostante, identificato come foro.
Presenta una cella quadrangolare preceduta da un pronao molto breve, attualmente coperto da una volta a padiglione. La cella era costruita a piccoli blocchi di calcare locale legati da malta: di questa sono visibili la facciata e la controfacciata, mentre i muri laterali sono stati incorporati nella chiesa di S. Maria sopra Minerva, edificata nel XVII sec. Sulla fronte, sei colonne scanalate di ordine corinzio poggiano su alti plinti, sormontati da capitelli con doppio ordine di foglie d’acanto.
Al di sopra poggia l’architrave sul quale campeggiava un’iscrizione dedicatoria con lettere in bronzo, andate perdute. Dal loro posizionamento si deduce tuttavia il testo, riferito ai quattorviri quinquennali che eseguirono a proprie spese la costruzione del tempio. L’edificio è databile al I sec. a.C. Nel piazzale sottostante è identificato il foro della città. L’accesso era garantito da due scalette simmetriche aperte nel muro di sostegno del tempio. Il foro, pavimentato con lastre quadrangolari di calcare, era circondato su tre lati da un porticato di colonne doriche.
Il sito, grazie ad un percorso sotterraneo, risultato di un efficace intervento di valorizzazione, è particolarmente apprezzato dai visitatori.
Per le informazioni e modalità di visita si rimanda al link di Sistema Museo.

Assisi - Foro

Le case romane

Le domus romane si collocano nel quartiere meridionale, all’interno dell’antico centro urbano.
Sotto l’abside della chiesa di S. Maria Maggiore sono conservati i resti di una ricca domus romana, detta di Properzio, scoperta nel 1864. Successive indagini, condotte nella prima metà del Novecento  portarono in luce tre ambienti comunicanti, due dei quali con pavimento originario in mosaico e resti della decorazione parietale. Un ambiente presenta un pavimento in opus sectile formato da riquadri di marmi colorati (giallo antico, porta santa, pavonazzetto, africano, bigio venato, ecc.) a testimoniare l’alto livello della casa stessa; l’altro ambiente presenta un pavimento in mosaico a tessere nere e bianche con inserti marmorei ed alle pareti una decorazione pittorica su fondo rosso con disegni a carattere vegetale ed animale. Adiacente ai tre ambienti si è rinvenuto un lungo tratto di un criptoportico (portico coperto a volta) che in origine doveva circondare uno spazio aperto centrale probabilmente adibito a giardino ed attiguo ai tre ambienti rinvenuti. Presenta pareti rivestite da una finissima decorazione pittorica a fondo giallo ripartita in tre fasce orizzontali: zoccolo, parte mediana e coronamento. La parte mediana è divisa verticalmente da fusti di palma e candelabri, tra di essi sono dipinti piccoli quadretti (pinakes) sovradipinti a tempera. Nella parete settentrionale si apre una nicchia (viridarium) decorata con delicati tralci verdi, piccoli fiorellini rossi, sui quali poggiano vari uccellini rappresentati in foggia e colori diversi. Le pitture appaiono stilisticamente inseribili in una fase iniziale di IV stile pompeiano e si collocano intorno alla metà del I sec. d.C.
La studiosa Guarducci attribuisce questa casa al poeta Properzio per un graffito in essa conservato in cui si dice “… ho baciato la casa della Musa …”.

All’interno di Palazzo Giampè (foto sotto), a seguito di un rinvenimento fortuito, in un ambiente al di sotto del tribunale, sono emerse strutture riconducibili ad una domus che si estende per quattrocento mq, composta da tredici vani e un peristilio.
L’edificio costituisce una testimonianza di grande interesse per la raffinata decorazione pittorica e dei mosaici. Particolarmente rilevante è inoltre l’alzato delle pareti che si conserva per oltre quattro metri di altezza.

Assisi-Giampe

La cisterna romana

Inglobata nel muro di terrazzamento nord-orientale della città e perfettamente conservata, è visibile all’interno della Cattedrale di San Rufino, poiché utilizzata come basamento di fondazione per il campanile.
La cisterna è costituita da un ambiente quadrangolare costruito in opera quadrata di travertino a secco e copertura a botte eseguita con blocchi ben connessi. Una cornice aggettante corre sui lati lunghi e sulla parete di fondo segnando il piano d’appoggio della copertura. L’afflusso dell’acqua era ottenuto da un’apertura verticale di forma stretta ed allungata, praticata nella parete di fondo, incorniciata superiormente da un’armilla di conci radiali.
La monumentalità dell’ingresso è da mettere in rapporto con la funzione pubblica del manufatto che, considerata la sua capienza, era destinata all’attingimento dell’acqua da parte della comunità cittadina. Databile alla seconda metà del II sec. a.C.

Il ninfeo

In località Santureggio sono conservati i resti di un ninfeo a facciata. Si tratta di una monumentale fontana pubblica costituita da un grosso muro di fondo in opera quadrata, posto lungo il fianco ripido del colle, e da una grande vasca antistante, pavimentata a grandi lastre, destinata a raccogliere l’acqua. Due ali di muratura a piccoli blocchi chiudevano il complesso lateralmente.
La parete di fondo presenta una profonda rientranza (esedra) ed un’apertura per lo sbocco dell’acqua che si versava sul pavimento dell’esedra e dopo una sorta di decantazione andava nel bacino sottostante. La fuoriuscita dell’acqua era delimitata in basso da una mensola ornata da due protomi leonine.
Il ritrovamento tra il materiale recuperato, di alcuni oggetti di carattere votivo, chiarisce la funzione del monumento che doveva essere contemporaneamente fonte di acqua salutare e luogo di culto.
Per quanto riguarda le fasi del monumento la sua fondazione e fase iniziale dovrebbero risalire alla fine del II sec. a.C., mentre la sua massima espansione e frequentazione può essere datata tra la fine del I sec. a.C. e la metà del I sec. d.C.