Colfiorito di Foligno

Colfiorito1

La città, sviluppatasi tra il II e I sec. a.C. si colloca su un altopiano che rappresentò fin dalla preistoria un punto nodale degli itinerari transappenninici che collegavano i territori tirrenici con la sponda adriatica. L’area fu occupata con insediamenti stabili fin dall’inizio dell’età del Ferro (fine X-inizi IX sec. a.C.), come attestano i resti di fondi di capanna individuati, e in parte esplorati, lungo le sponde del lago e le tombe ad inumazione della necropoli di Colfiorito, di cui sono state scavate in tutto 250 tombe a fossa datate dagli inizi del IX alla fine del III sec. a.C.
Il territorio era occupato dai Plestini, popolo umbro ricordato dalle fonti antiche il cui etnico ha trovato conferma nelle iscrizioni in umbro incise su lamine bronzee dedicate alla dea Cupra rinvenute nello scavo della stipe del santuario.

Le recenti campagne di scavo della Soprintendenza hanno messo in luce un complesso edilizio databile agli ultimi decenni del I sec. a.C., fase della monumentalizzazione della città.
I mosaici sono stati individuati soprattutto in quelli ambienti che si affacciano direttamente sul cortile della domus. L’intero complesso si inserisce sicuramente in una zona centrale della città di Plestia. A pochi metri di distanza, infatti, sono visibili i resti di un grosso edificio, molto probabilmente di carattere pubblico, con pavimentazione in lastre di travertino all’esterno e colonnato sulla fronte situato sotto le fondazioni della chiesa di S. Maria di Pistia. E’ ipotizzabile quindi, visto anche le dimensioni dell’area, che la domus e gli edifici adiacenti possano essere stati sede di personaggi di un certo rilievo del municipium plestino: dalle epigrafi rinvenute nella zona sono attestati octoviri, quattuorviri, questor, aedilis e un curator reipublicae Plestinorum.

Scavi eseguiti nel territorio di Colfiorito di Foligno nel 2012, nell’ambito delle attività di “archeologia preventiva” per la realizzazione del nuovo tracciato della S.S. 77 “Val di Chienti”, hanno portato alla scoperta di una necropoli che, ad una preliminare analisi dei corredi funerari recuperati, sembra cronologicamente ascrivibile all’età arcaica. Le ricerche hanno permesso di riportare alla luce 54 tombe a fossa e 10 circoli in pietra, che caratterizzavano le sepolture più importanti, localizzate su un’area di circa 800 mq.

Tra queste, merita particolare attenzione la tomba  al centro del “Circolo I”. Si tratta di una sepoltura multipla (un uomo, una donna e due fanciulli) che, accanto al corredo vascolare, ad una punta di lancia e ad una spada, ha restituito sei cerchioni in ferro  probabilmente pertinenti alle ruote di un currus e ad un calesse/carro funebre, oltre a morsi equini ed altri elementi metallici relativi al timone.