Gualdo Tadino

Tedino - Terme

Il sito, la cui identificazione è stata confermata da un’iscrizione umbra che ricorda i Tarsinati, è databile tra il V e III sec. a.C. Necropoli coeve al centro umbro e ad esso relative, sono state identificate nella pianura sottostante. La Tadinum romana sorgeva nella pianura ed era attraversata dall’antica via Flaminia.

Il territorio fu frequentato fin dal periodo Neolitico, come dimostrano i manufatti litici rinvenuti in località Morano e lungo il torrente Feo. Oggetti metallici (asce piatte e a margini rialzati, alabarde etc.) facenti parte della collezione Bellucci al Museo Archeologico Nazionale di Perugia attestano una frequentazione anche nell’età dei metalli fin dalla prima età del Bronzo.

Un importante ripostiglio protovillanoviano, composto da fibule ad arco di violino, spirali fermatrecce, pinzette, aghi, ed altri oggetti bronzei e una coppia di dischi aurei con decorazione geometrica a sbalzo  proviene dalla Valle di S. Marzio; interessata da un percorso transappenninico. Fin dalla prima età del Ferro il territorio di Gualdo Tadino fu abitato stabilmente con ogni probabilità dagli Umbri Tadinates ricordati più volte nelle Tabulae Iguvinae.

L'insediamento arcaico di Colle I Mori

Tadino - 1

Il vasto abitato arcaico individuato in località Colle I Mori corrisponde con ogni probabilità all’antica Tadinum, già ricordata nelle Tabulae Iguvinae.
I primi saggi di scavo, condotti sulla sommità del colle nel 1935, riportarono in luce i resti di un sacello a pianta rettangolare, oltre a bronzetti schematici di tipo italico. Sono tuttora individuabili un pozzo scavato nella roccia e i resti di una fortificazione artificiale.
Campagne di scavo più recenti, hanno consentito di delineare, seppure a grandi linee, dimensioni e caratteristiche dell’abitato antico. L’insediamento aveva un’ampiezza di circa cinque-sei ettari ed era disposto su terrazzamenti artificiali. Le indagini hanno evidenziato numerosi resti di abitazioni. Composte di tre ambienti, le strutture erano a pianta rettangolare e probabilmente dotate di portici.
L’abitato di Colle I Mori copre un arco cronologico che va dalla fine del VI al III-II sec. a.C. e rappresenta un elemento assai importante nel quadro delle conoscenze dei modelli insediativi italici in età preromana, oltre a costituire un raro esempio di organizzazione protourbana in territorio umbro.
A tale abitato è attribuibile la ricca necropoli di S. Facondino, le cui tombe comprendono un arco cronologico compreso tra il VII sec. a.C. alla età tardo imperiale. I ricchi corredi di alcune tombe, comprendenti vasellame, strumenti bronzei e vasi attici a figure rosse, sono esposti nel Museo Nazionale di Villa Giulia a Roma.
Dopo la conquista romana dell’Umbria anche il territorio tadinate fu intensamente romanizzato. Fu interessato dal passaggio della Via Flaminia (la città è ricordata nell’Itinerario Gerosolomitano come Civitas Ptanias) e assai probabilmente centuriato. La nascita del municipio di Tadinum ascritto alla tribù Clustumina e lo svilupparsi della città in pianura risale con ogni probabilità ad un momento avanzato della romanizzazione. L’area della città è stata identificata in località S. Antonio di Rasina. Resti di necropoli e ville rustiche sono state identificate sia lungo la via Flaminia che in area pedemontana e collinare.
La città fu distrutta dai Goti e presso Tagina avvenne lo scontro decisivo tra Goti e Bizantini, che pose fine al dominio goto in Italia e nel corso del quale fu ucciso Totila, sepolto poi a Capras identificata con Caprara, frazione di Gualdo Tadino.

La città romana di Tadinum

Gli scavi, avviati nel 2004, hanno interessato un vasto settore dell’abitato (circa 4.000 mq) immediatamente ad ovest della via Flaminia, articolato su tre complessi edilizi: le terme pubbliche, un’area di mercato, da identificare probabilmente con il forum pecuarium (mercato del bestiame) e una grande domus.
Immediatamente a sud delle terme è una vasta spianata artificiale, chiusa ad est da una serie di ambienti. Quello più antico, decorato da motivi geometrici, è databile intorno al 100 a.C. e va probabilmente identificato con il sacello di Ercole menzionato da un’iscrizione della fine del II sec. d.C. rinvenuta nei pressi. L’intero complesso suggerisce la presenza del foro commerciale del municipio.
A sud del forum pecuarium è stata indagata una serie di ambienti pertinenti ad un vasto e articolato complesso edilizio, da identificare probabilmente con una grande domus.
Il nucleo occidentale è costituito da alcuni ambienti pavimentati in cocciopesto decorato a motivi geometrici. Ad est del nucleo viene realizzato, nei decenni iniziali del II sec. d.C., un piccolo complesso termale con mosaico, su cui si affacciano alcune vasche. Il manufatto, a tessere bianche e rosa, è a soggetto marino: si distingue in particolare la grande figura di Nettuno su carro trainato da cavalli marini, all’interno di una raffigurazione di pesci e molluschi.