Indicazioni e norme per la consegna della documentazione di scavo e dei materiali rinvenuti

Al fine di uniformare le caratteristiche e la gestione delle informazioni e consentirne l'ottimale fruizione per i fini istituzionali si richiede che la documentazione archeologica, da consegnare alla Soprintendenza, relativamente a scavi archeologici, siano essi programmati o di emergenza, comprenda:

  1. Relazione dell’intervento descrittiva delle fasi operative dell’indagine, delle evidenze stratigrafiche e strutturali individuate, con l’inquadramento delle diverse fasi sulla base dei materiali rinvenuti, corredata dalle immagini, dagli schemi e dai rilievi essenziali per la comprensione delle informazioni.

  2. Giornale di scavo.

  3. Inquadramento geo-topografico da IGM a catastale, eventualmente accompagnato da stralcio satellitare ricavato dai comuni siti di geo-localizzazione.

  4. Posizionamento del perimetro dell’intervento (area di scavo e/o sondaggi e/o trincee), da consegnare anche in caso di scavi che risultino archeologicamente sterili, comprensivo delle relative coordinate geografiche espresse secondo il sistema GAUSS BOAGA.

  5. Schede redatte a norma ICCD.

  6. Elenco delle UUSS individuate e documentate.

  7. Diagramma stratigrafico di sintesi con indicazione delle fasi (matrix).

  8. Rilievi e sezioni di scavo, realizzati nella scala più adeguata (1:10, 1:25, 1:50) e comprendentiplanimetrie generali e di dettaglio, sezioni stratigrafiche e prospetti. I riferimenti altimetrici devono essere in quote assolute. L’esatta posizione di eventuali sezioni dovrà comparire nella pianta generale, mentre nei rilievi di dettaglio dovranno essere presenti adeguati riferimenti per un loro posizionamento all’interno dell’area di intervento.

  9. Elenco delle tavole presentate.

  10. Foto digitali in formato .jpeg accompagnate da una stampa dei provini. Ogni fotografia dovrà contenere i riferimenti metrici (paline), l’orientamento (freccia del nord) e un apposito supporto (lavagnetta), che riporterà la sigla di scavo, la data della ripresa (giorno e mese), il soggetto ripreso (US 53, USM 2) ed eventualmente altre indicazioni opportune (panoramica, dettaglio, foto lavoro, prospetto nord, etc.); dovrà poi essere scattata una seconda immagine, identica alla prima, libera da qualsiasi indicazione.

  11. Elenco analitico delle foto con riferimento al nome del file preferibilmente denominato secondo lo schema Comune+sigla scavo o località+anno+numero progressivo [3 cifre] (esempio: OrvietoCDT2017001).

  12. Elenco dei reperti mobili recuperati. L’elenco dovrà essere ripartito per singole cassette e, se del caso, all’interno di queste per sacchetti, scatole, etc. Vanno sempre riportati i dati stratigrafici di reperimento.

  13. Elenco dei reperti rinvenutisuddivisi per contesto stratigrafico (US) e classe di materiale

  14. Elenco dei reperti emergenti per affidabilità cronologica, qualità, conservazione, tipologia, (…).

Nel caso in cui la documentazione si riferisca ad attività di assistenza archeologica o indagini preliminari risoltesi con esito negativo questa potrà essere consegnata in forma semplificata comprensiva di:

  1. Relazione sintetica dell’intervento.

  2. Giornale di scavo in forma sintetica.

  3. Posizionamento su CTR del perimetro dell’intervento (area di scavo e/o sondaggi e/o trincee), da consegnare anche in caso di scavi che risultino archeologicamente sterili, comprensivo delle relative coordinate geografiche espresse secondo il sistema GAUSS BOAGA.

  4. Pianta (preferibilmente integrata nella tavola del posizionamento) delle cavità effettuate in corso d’opera.

  5. Sezioni esemplificative delle varie situazioni stratigrafiche riscontrate, con loro posizionamento sulla pianta generale.

  6. Foto digitali in formato .jpeg accompagnate da una stampa dei provini.

  7. Elenco analitico delle foto con riferimento al nome del file preferibilmente denominato secondo lo schema Comune+sigla scavo o località+anno+numero progressivo [3 cifre] (esempio: OrvietoCDT2017001)

INDICAZIONI SPECIFICHE PER IL CONTROLLO IN CORSO D’OPERA

Per le operazioni di controllo in corso d'opera su opere di scavo in linea, in fase di cantiere dovranno essere prodotte colonne stratigrafiche, corredate dell'adeguata documentazione grafica e fotografica e posizionate correttamente in planimetria di progetto, con un campione sufficiente alla comprensione dell'andamento della stratificazione. Tali colonne andranno realizzate a intervalli non superiori a 50 metri anche in caso di assenza di rinvenimenti e andranno infittite in presenza di suoli sepolti o di altri elementi significativi.

Tutte le parti costituenti la documentazione sopra elencate dovranno essere consegnate, oltre che in formato cartaceo, su supporto digitale ed in formato .pdf (.jpg per le immagini), preferibilmente aggiungendo anche la versione nel programma di realizzazione (.doc, .dwg, .dxf, .psd, .mdb,(…)). Sono inoltre graditi SHAPE file che consentano la consultazione dei risultati delle indagini (ed in particolare il loro posizionamento nello spazio) su piattaforma GIS. Anche in caso di documentazione semplificata la stessa dovrà essere consegnata sia in formato cartaceo che digitale.

Si fa presente che tutti gli apparati grafici dovranno essere consegnati come file indipendenti dalla relazione (nella quale potranno essere inseriti eventualmente come immagini) e che dovranno avere una risoluzione adeguata che li renda leggibili, ponendo pertanto attenzione a non creare file .pdf troppo compressi.

Si ricorda infine che anche le attività, i materiali e le metodologie impiegate per la copertura e protezione delle eventuali evidenze archeologiche dovranno essere adeguatamente documentati attraverso immagini fotografiche, da includere nella relazione delle attività.

Per quanto riguarda i materiali mobili recuperati, i manufatti ceramici non decorati e gli strumenti litici dovranno essere consegnati a questa Soprintendenza lavati e riposti in cassette di plastica cosiddette “da pesce” recanti all’esterno indicazioni indelebili del sito e dei contesti di provenienza; gli stessi dati dovranno essere riportati su cartellini di plastica posti all’interno di ogni cassetta. Ove possibile e/o necessario all’interno delle cassette gruppi ristretti di materiali (distinti per classe o US di reperimento) dovranno essere riposti in contenitori di cartone o sacchetti di plastica trasparente adeguatamente forati, chiusi da laccetti e accompagnati da cartellini di plastica recanti indicazioni indelebili sul contesto stratigrafico di provenienza (US).

Per i reperti ceramici decorati, metallici e osteologici, i campionamenti di terreno ed ogni altro materiale soggetto a possibile, ulteriore deterioramento dovranno essere assicurate le condizioni minime di sicurezza, d’intesa con le indicazioni fornite dai restauratori della Soprintendenza e garantendo in ogni caso la stessa metodologia documentaria per l’identificazione del contesto di reperimento più sopra descritta.

I materiali consegnati dovranno essere inoltre inventariati secondo le norme dell’ICCD, in accordo col funzionario archeologo competente per territorio.